giovedì 31 marzo 2016

Come pulire gli ugelli del gas

Come pulire gli ugelli del gas

Come pulire il forno di casa

Come pulire il forno di casa con prodotti non dannosi alla nostra salute




E inoltre possibile usare anche un panno in bamboo  con Bicarbonato e succo di limone.
Un segreto è anche quello di non usare spugnette abrasive che levigano lo smalto del forno rendendolo ad ogni successiva pulizia sempre più aggrappante per lo sporco  ma cercare di togliere lo sporco inumidendolo anche lasciandogli sopra il panno imbevuto per una mezzoretta e aiutandosi aumentando e diminuendo le temperature del forno.

Per pulire il microonde prendere un limone spremerne il succo in un recipiente che va in microonde, e mettere due bicchieri d'acqua, fare andare il microonde alla massima potenza poi pulire le pareti con uno straccio in microfibra.

Per lavare la lavastoviglie, smontarla rimuovere il cestello e pulire il filtro, dopo mettere un bicchiere di aceto all'interno e fare andare alla massima temperatura la lavastoviglie.

giovedì 24 marzo 2016

Come togliere le macchie di vernice dai vestiti


 Tutti pensiamo che togliere le macchie di vernice dai vestiti o dai tessuti sia difficile. In realtà togliere la vernice dagli abiti è abbastanza fattibile perchè vi sono alcuni rimedi che, se usati nel modo corretto, riescono a rimuovere la macchia efficacemente e in poco tempo.

Un rimedio molto valido è utilizzare due prodotti separatamente: olio di cocco e alcool etilico. Il primo dovrà essere messo direttamente sul tessuto e, utilizzando un dischetto di cotone, lo si strofina delicatamente su quest’ultimo. Si lascia passare circa un quarto d’ora per far agire l’olio e poi, sempre con del cotone, si ripete l’operazione con l’alcool etilico. In ultimo laviamo a mano l’indumento con del sapone delicato, strofinando con più insistenza sulla parte precedentemente trattata.

Per i vestiti in tessuto sintetico, si potrà eliminare la vernice usando benzina e acqua abbastanza calda. Delicatamente si tampona più volte la macchia con del cotone imbevuto di benzina e poi si immerge il tessuto nell’acqua calda; se è necessario ripetere la stessa procedura. Anche la seta può essere smacchiata, basta versare molto latte direttamente sulla parte interessata e strofinare delicatamente; alla fine si può togliere il resto della macchia con la benzina e lavare il tessuto con i sapone delicato.



Diverso è il discorso per le macchie vecchie di vernice. In questo caso, per rimuovere la macchia, si può usare un coltello per grattarla e rimuoverla, dopodiché   procedere ad un lavaggio accurato con del detersivo per i piatti. Se la macchia di vernice è molto fresca, la si può rimuovere facilmente lasciando semplicemente in il vestito in ammollo in acqua calda e  del detersivo liquido.

Non ho provato personalmente questi metodi però provare non costa nulla.

venerdì 18 marzo 2016

CANONE POSSESSO TV (ex. canone RAI) Come non pagarlo


Ecco Come NON PAGARE il Canone Rai in Bolletta! Fate girare, Tutti devono sapere!
Se hai la corrente elettrica in casa, allora hai anche la TV. E dunque devi pagare il canone Rai. La svolta sulla gabella più odiata dagli italiani varata dal governo Renzi nella legge di stabilità si basa sul principio di presunzione: si presume che chi ha l’elettricità abbia anche la tv. Il canone viene rimodulato da 113,50 a 100 euro annui, (95 euro nel 2017, ha promesso Matteo Renzi), e sarà diviso in rate con scadenza ancora da definire. La tassa si pagherà una sola volta anche se si hanno più case.
Che cosa fare? – Ma chi non ha una televisione in casa, oppure chi vuole sfidare la sorte e continuare a non pagare il canone Rai, che cosa può fare? Per prima cosa, spiega la bozza di legge, “il gestore del servizio di fornitura di energia elettrica non opera come responsabile di imposta ed è tenuto ad informare con cadenza bimestrale l’Agenzia delle Entrate al fine dell’attivazione delle procedure di recupero”. Dunque, chi non paga non si vedrà staccata la luce, ma verrà segnalato al Fisco. Come detto, la sanzione per i morosi è cinque volte la cifra evasa, ovvero 500 euro.
L’onere della prova – Ma per chi non vuole pagare, la novità più importante è quella relativa all’inversione dell’onere della prova, con la quale il governo mira a recuperare l’evasione della gabella, oggi stimata al 27 %. Il canone verrà messo nella prima bolletta che riceveremo, e solo dopo potremo chiedere l’esenzione dal pagamento. Dobbiamo però essere in grado di dimostrare di non possedere alcun apparecchio per la ricezione tv (eccezion fatta per gli over 75, esentati dal balzello). Dunque, saremo noi a doverlo dimostrare, e non sarà più lo Stato a bussare alla nostra porta per verificare se abbiamo l’apparecchio in casa.
Carta e penna – Per non pagare, dunque, si deve superare la “presunzione di possesso”. Tradotto, si deve prendere carta e penna e scrivere all’Agenzia delle Entrate, uscendo così allo scoperto. Servirà insomma un’autocertificazione in cui si dichiara di non possedere alcun apparecchio per la ricezione. In caso di falsa autocertificazione, spiega la bozza di legge, le conseguenze saranno “anche penali”. Dunque, chi ha in casa una tv ma vuole evadere la tassa, rischia un controllo in casa (più probabile rispetto a oggi, perché sarà conseguenza dell’autocertificazione), una multa da 500 euro e anche una denuncia penale. A Palazzo Chigi e a Viale Mazzini ritengono che la minaccia sia sufficiente per far pagare a tutti, o quasi, il canone.
Pc e tablet – Resta infine soltanto un ultimo dubbio. Non è ancora stato chiarito se chi ha soltanto un computer o un tablet in casa sia esentato dal pagamento del canone oppure no. Con i dispositivi elettronici, infatti, è possibile la visione della tv pubblica in streaming. Ad ora, a leggere le specifiche diffuse dalla Rai, sembra che il pagamento sia dovuto: un ultimo mezzo con cui “piegare” definitivamente gli irriducibili che non vogliono assolutamente pagare la gabella a Viale Mazzini?
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Canone Rai: nella Bolletta della Luca se lo inizi a Pagare Paghi gli Anni Arretrati
Sanzioni e interessi applicabili a chi inizia a pagare il canone Rai con la bolletta della luce senza averlo pagato in precedenza: la Rai potrà presumere l’evasione degli anni passati.
L’inserimento del canone Rai nella bolletta della luce farà emergere numerosi evasori che, negli anni passati, non hanno versato l’imposta; di fatto, il pagamento da quest’anno della fattura elettrica “maggiorata” verrà considerato come una sorta di tacita ammissione del possesso del televisore anche per gli anni precedenti e la Rai potrà richiedere il pagamento di tutti gli arretrati del canone (salva ovviamente la prescrizione per ciò che è scaduto da oltre 10 anni), a cui si aggiungerà anche la sanzione per l’omesso versamento, che è pari a cinque volte il canone stesso. Ed a maggior ragione perché – come il Governo ha tenuto a sottolineare – il canone Rai in bolletta non costituisce alcuna sanatoria per il passato. È questo il panico che si sta diffondendo tra i contribuenti in questi giorni alla notizia della novità contenuta nella legge di Stabilità 2016. Ma procediamo con ordine.   L’inserimento del Canone Rai nella Bolletta della luce ha dato luogo ad un’infinità di discussioni, riguardanti le probabili situazioni intricate e talvolta inique che inevitabilmente si verranno a creare. Come pagare, come non pagare, che cosa succede se l’intestatario del canone e l’intestatario della bolletta sono due soggetti diversi, chi ha due case paga doppio, basta un’autocertificazione per dichiarare che non si possiedono apparecchi tv, e così via. Queste sono solo alcune delle ipotesi di cui si discute, per chiarire le quali si dovrà attendere, se non la stesura definitiva della Legge di Stabilità 2016, il decreto attuativo o una successiva circolare ministeriale.   Nel frattempo, però, preoccupa molto di più l’annuncio fatto dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, pochi giorni fa: nessun condono tombale per chi non ha pagato il canone Rai negli anni passati. Ciò implica che chi inizia a versare il canone da quest’anno, con la bolletta, è esposto al rischio di pagamento di sanzioni ed arretrati relativi agli abbonamenti degli anni passati, a meno che non abbia effettuato opposizione inviando comunicazioni relative all’esistenza di un intestatario diverso, o al mancato possesso di apparecchi tv. Il pagamento del canone in abbinamento con la bolletta, in pratica, potrebbe essere un autogol per il contribuente che non ha mai pagato prima, come una sorta di autodenuncia.   In pratica, il “ragionamento” del fisco potrebbe essere il seguente:   – un contribuente non ha mai pagato il Canone Rai;   – diviene operativo il canone in bolletta ed il contribuente inizia a pagare senza sollevare eccezioni (non ha la tv, ha suggellato il televisore, il canone è a nome di un altro familiare, ecc.);   – di conseguenza, il fisco presume che il contribuente abbia sempre avuto la tv e, quindi, l’obbligo del pagamento del canone Rai,anche negli anni precedenti, e procederà ad un accertamento nei suoi confronti;   – a questo punto, il soggetto in questione avrà due strade: o dimostrare, con fattura, ricevuta o scontrino alla mano, di possedere la tv soltanto dal 2016, oppure pagare arretrati, sanzioni e interessi. Senza nessun condono tombale o agevolazione, com’è stato più volte ribadito in questi ultimi giorni.   Peraltro, dimostrare di possedere un apparecchio televisivo soltanto dal 2016 potrebbe non bastare, poiché lo stesso contribuente potrebbe benissimo essere stato in possesso di altri apparecchi precedentemente acquistati. Il cittadino, difatti, può dimostrare con certezza di essere stato esonerato dal Canone Rai negli anni passati solo qualora abbia eseguito la procedura di suggello del televisore, oppure qualora abbia inviato una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa al mancato possesso di apparecchi atti a ricevere il segnale televisivo.   La dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, peraltro, non è mai stata obbligatoria, ben potendo il cittadino difendersi dalle periodiche lettere di richiesta del pagamento del canone rispondendo con una semplice raccomandata. A differenza di una normale comunicazione, difatti, la dichiarazione sostitutiva mendace è sanzionabile penalmente, dunque non va fatta a “cuor leggero”.  Attenzione: il pagamento potrà essere richiesto per quelle annualità non oltre 10 anni prima; è questa infatti la prescrizione per il canone Rai confermata dalla Cassazione. Insomma, a partire dall’anno che viene potranno essere richiesti solo i canoni a partire dal 2006 (per un totale di 10 annualità che, comunque, non sono poca cosa se si considerano anche le sanzioni pari a 5 volte il canone stesso).   In conclusione, se il cittadino non ha mai pagato il Canone, non essendo possibile rilasciare una dichiarazione sostitutiva per il passato (relativa, cioè, al mancato possesso di televisori negli anni precedenti), in quanto non dimostrabile , iniziando a pagare nel 2016 senza alcuna opposizione risulterà pienamente sanzionabile, a meno che non appaiano ulteriori disposizioni nell’ultima stesura della norma.   L’effetto delle sanzioni per gli anni passati, difatti, potrebbe essere paradossale e spingere i contribuenti in massa ad autodichiarare di non possedere la tv, vanificando le nuove misure.   È ancora presto per stabilire come si evolverà la situazione: certo è difficile prevedere dei controlli dei funzionari Rai casa per casa, mentre è facile ipotizzare controlli incrociati con le banche dati degli abbonati alle pay tv. Quel che è chiaro, è che le occasioni di elusione ed evasione si stanno progressivamente riducendo in tutti i campi, canone tv compreso: se certamente è giusto che paghino tutti, ci si augura che, in questo modo, tutti paghino meno, e soprattutto che i soldi siano convertiti in servizi utili ai cittadini, e non nei soliti sprechi.
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“Canone Rai illegittimo”: parola di Corte Ue, in arrivo pioggia di disdette… “Canone Rai illegittimo”: parola di Corte Ue, in arrivo pioggia di disdette… | Blitz quotidiano ROMA – “Il canone Rai è illegittimo”. A dirlo non è il cittadino stanco davanti al bollettino della tassa più odiata dagli italiani, ma la Corte Europea in una sentenza dei giudici di Strasburgo depositata 30 dicembre 2013. Il risultato è che i 113,50 euro della tassa più evasa e odiata dai cittadini dovrà essere pagata, a meno di una formale richiesta di disdetta dell’abbonamento. La dichiarazione della Corte Ue che arriva proprio ad un mese dalla scadenza dell’abbonamento del prossimo 31 gennaio e potrebbe preannunciare una pioggia di disdette per l’antica tassa sul possesso della Tv, con conseguente disagi per la Rai. Ultime da tv: Al Bano e Cristina Parodi, share del 18% per “Così lontani, così vicini” su Rai1 Rai, Franco Siddi: “Indispensabile servizio pubblico” Masterpiece: avanti flop Mirco Galbusera su Investire oggi scrive: “In altre parole, la Corte asserisce che l’intervento della polizia tributaria ai danni del cittadino viola il diritto a ricevere notizie e informazioni di carattere pubblico. Di conseguenza lo Stato italiano, obbligando i cittadini a pagare un canone di abbonamento, il cui mancato pagamento ha come conseguenza l’oscuramento degli apparecchi di informazione, viola la libertà di informazione di ogni libero cittadino. Una batosta che cade alla vigilia della riscossione dell’abbonamento annuale RAI in scadenza il 31 gennaio e che potrebbe mettere a dura prova il bilancio di previsione del carrozzone pubblico italiano, già al centro di numerose polemiche sulla gestione delle spese e del denaro dei cittadini, come anche osservato recentemente dalla Corte dei Conti”. La sentenza della Corte europea sancisce che i cittadini non sono tenuti a pagare la tassa che ormai dal 1938 viene imposta ai contribuenti: “Per tre quarti di secolo, da quanto è entrato in vigore il regio decreto n. 246 del 1938 che istituiva l’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi, sono stati versati dai cittadini fiumi di denaro, non propriamente dovuti, nelle casse dello Stato. Ciò sarebbe potuto essere corretto (il condizionale è d’obbligo a questo punto) qualora le trasmissioni fossero state pubbliche e non private. Ma oggi, nell’era delle trasmissioni digitali, delle parabole, di internet, ecc. questa “tassa” è diventata più che discutibile. Ciò potrebbe costituire un deterrente per intraprendere una causa collettiva (class action) contro lo Stato per aver “abusato” di uno strumento legislativo antiquato atto a escutere somme di denaro in maniera impropria e ingiusta. Alla luce della recente sentenza della Corte europea, inoltre, da questo momento chiunque potrebbe sentirsi legittimato a non versare più i 113,50 euro dovuti alla RAI per il 2014″. Ma se il canone Rai è illegittimo, i contribuenti sono comunque tenuti a pagarlo perché la Corte di Strasburgo non può annullare una legge italiana: “Tuttavia lo stato italiano adesso dovrà adeguarsi alle disposizioni impartite dai giudici europei nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini che appartengono all’Unione. Quindi, il canone RAI, così com’è stato concepito dalla legge italiana anteguerra, non è abolito, come potrebbe sembrare, ma solo messo in discussione da un organo giuridico sovranazionale. Certo è che se prima il canone era duramente contestato dai contribuenti ora lo sarà ancora di più ed è presumibile che per il 2014 la RAI incasserà meno soldi del previsto alla luce di questa sentenza”. Non che il canone Rai sia una tassa solo italiana. In Europa i contribuenti pagano il canone, ma non sul possesso di una televisione, bensì sull’utilizzo delle frequenze pubbliche. Un modo di indorare la pillola negli altri Paesi Ue, una tassa ritenuta assurda e che è divenuta la più odiata in Italia, ma che può essere evitata con una raccomandata di disdetta dell’abbonamento: “Basta chiedere il “suggellamento” della TV seguendo le istruzioni fornite dalla stessa RAI (RAI – Radiotelevisione italiana – Abbonamenti). Tranquilli! Non verrà nessuno a spegnervi per sempre l’apparecchio! Ogni anno quasi 12.000 persone scrivono alla RAI per chiedere il “suggellamento” dell’apparecchio TV e la cessazione del relativo canone. Con questa richiesta chiederete alle autorità preposte di sigillare il vostro televisore, maturando il diritto a non pagare più il canone della televisione pubblica, che – ricordiamo – è una imposta collegata al possesso e all’uso dell’apparecchio”.

ECCO L’AUTOCERTIFICAZIONE PER NON PAGARE IL CANONE RAI. FATE GIRARE, TUTTI DEVONO SAPERE!

Canone Rai, come non pagare: in questa pagina troverete un fac-simile per ogni possibile situazione di non debenza del Canone Rai, dalla disdetta del canone alla dichiarazione di non possesso del televisore, dalla comunicazione di avvenuto pagamento alla richiesta di suggellamento.
Si tratta di quella che comunemente viene detta autocertificazione (più propriamente dichiarazione sostitutiva di certificazione o dell’atto notorio).
Nel caso di false dichiarazioni si deve tenere a mente che potranno scattare sanzioni penali posta la falsità rilasciata in un atto destinato a un pubblico ufficiale (l’Agenzia delle Entrate).
Una volta compilato, il modulo (qualsiasi esso sia di quelli qui di seguito riportati) andrà spedito in busta chiusa mediante raccomandata A.R., all’indirizzo:
Agenzia delle Entrate S.A.T.
Sportello Abbonamenti TV
Ufficio Torino 1
Casella postale 22
10121 Torino
Si consiglia la forma della cosiddetta raccomandata senza busta.
In alternativa alla spedizione si potrà consegnare l’autocertificazione direttamente a mani dell’Agenzia delle Entrate più vicina al luogo di propria residenza che poi, per competenza, la spedirà alla sede di Torino.
Per ogni singolo modulo di autocertificazione, alleghiamo anche il relativo Pdf scaricabile cliccando sul relativo link.
DISDETTA CANONE RAI PER NON POSSESSO DELLA TELEVISIONE
Può utilizzare questo modulo chi intende non pagare il Canone Rai con la bolletta della luce nell’ipotesi in cui, all’indirizzo di fornitura dell’energia elettrica, non possegga un apparecchio televisivo. In tal caso, egli infatti non sarà tenuto a corrispondere il Canone, ma potrà, tutt’al più, pagare con il consueto bollettino qualora, in un altro immobile, possegga un televisore.
DISDETTA CANONE RAI PER SUGGELLAMENTO DELLA TELEVISIONE
Uno dei sistemi per non pagare il Canone Rai è quello della richiesta di suggellamento.
Il suggellamento consiste nel rendere inutilizzabili, generalmente mediante chiusura in appositi involucri, gli apparecchi televisivi detenuti dal titolare e dagli appartenenti al suo nucleo familiare presso qualsiasi luogo di loro residenza o dimora. Ciò che un tempo avveniva fisicamente (il televisore veniva suggellato in un sacco di iuta) oggi invece avviene con la semplice autocertificazione qui allegata.
Al modulo si deve allegare il libretto (se ancora in possesso) e la ricevuta originale di un vaglia postale di 5,16 euro intestato a: Ag. delle Entrate – DP I Uff. Terr. To 1 Casella Postale 22 – 10121 – Torino Vaglia e Risparmi.
Se il contribuente è ancora in possesso del libretto di abbonamento alla Rai, può evitare di scrivere la richiesta e può limitarsi a spedire (sempre con raccomandata a.r.) la cartolina contrassegnata con la lettera D (su cui si deve barrare la casella “Intende far suggellare il Televisore a Colori”).
DICHIARAZIONE AD INTEGRAZIONE DELLA DISDETTA DEL CANONE RAI Modello di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che l’abbonato deve compilare e restituire al fine di rendere efficace la disdetta del canone Rai, a qualsiasi titolo richiesta (per cessione, alienazione o suggellamento).
DISDETTA CANONE RAI PER CESSIONE, VENDITA ROTTAMAZIONE DELLA TV
Nel caso in cui l’apparecchio televisivo venga regalato, venduto, rottamato, rubato, o nel caso di morte dell’abbonato, il canone RAI può essere disdetto. La richiesta che viene effettuata vale per l’anno o il semestre successivo a seconda di quali siano le modalità di pagamento.
In caso di rottamazione dell’apparecchio televisivo, è importante procurarsi e poi allegare la ricevuta del Centro di smaltimento in cui l’avete portato.
Se si possiede il libretto di abbonamento alla Rai: spedire tramite raccomandata A/R la cartolina contrassegnata con la lettera D, la ricevuta del vaglia postale ed il libretto di abbonamento.
Se non si possiede il libretto di abbonamento alla Rai: spedire tramite raccomandata A/R la lettera.
DISDETTA CANONE RAI NON DOVUTO ADDEBITATO SU BOLLETTA DELLA LUCE
Il seguente modulo, che andrà inviato anche alla compagnia fornitrice dell’energia elettrica può essere utilizzato per comunicare la non debenza del canone Rai indebitamente addebitato sulla bolletta della luce. Le ipotesi possono essere:
– pagamento già avvenuto in relazione a bolletta della luce di altro immobile (si ricordi infatti che il canone Rai è dovuto una sola volta per nucleo familiare, salvo che i due coniugi abbiano residenze diverse);
– immobile dato in locazione
– immobile privo di televisore
– immobile ottenuto in eredità e non destinato a residenza dell’erede
– versamento già eseguito dall’altro coniuge mediante il bollettino postale tradizionale.
DISDETTA CANONE RAI PER DECESSO DELL’INTESTATARIO
Gli eredi dell’intestatario dell’abbonamento defunto, se intendono richiedere l’annullamento del canone Rai intestato a quest’ultimo, devono inviare il modello di dichiarazione che segue. Nel modulo vano riportati la data e il luogo del decesso del de cuius.
In alternativa alla disdetta dell’abbonamento, gli eredi possono richiedere, mediante richiesta di voltura, la variazione di intestazione a nome di un erede, qualora lo stesso non sia abbonato e prelevi il televisore (fornendo le generalità complete di codice fiscale del nuovo intestatario).

FATE GIRARE

Maggiori informazioni sulla compilazione della:

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE O AUTOCERTIFICAZIONE


giovedì 17 marzo 2016

L’Ammorbidente può danneggiare gravemente la tua salute!

L’ammorbidente è tra i prodotti più tossici in ambito domestico L’ammorbidente è tra i prodotti più tossici in ambito domestico, le sostanze chimiche impiegate risultano non biodegradabili e neanche i depuratori riescono ad eliminarle dall’acqua. Inoltre è nocivo per l’uomo nel lungo termine. Se già stai pensando a come poter rinunciare all’ammorbidente e ottenere lo stesso risultato esistono dei metodi naturali e più economici, che salvaguardano la tua salute e quella del pianeta. Un carico tossico a basso dosaggio ripetuto nel tempo può generare conseguenze estremamente nocive per la salute, lo ha ribadito Peter Ohnsorge, presidente dell’Accademia Europea di Medicina Ambientale. Questo accade con l’ammorbidente, essendo composto da sostanze che assorbite quotidianamente attraverso gli indumenti sono tossiche, possono causare tumori e danni cerebrali. Inoltre sono molto inquinanti per il pianeta dove abitiamo. Ecco perché NON usare l’ammorbidente: L’ammorbidente costa parecchio, anche se lo si acquista nei discount; L’ammorbidente è molto inquinante e poco biodegradabile, quindi l’impatto ambientale è altissimo; L’ammorbidente tende a creare una patina sugli indumenti che rende poi difficile l’eliminazione dello sporco vero e proprio e così ci tocca anche aumentare la quantità di detersivo e quindi più inquinamento e costo; La patina che resta sugli indumenti viene ogni santo giorno a contatto con la nostra pelle e quella più delicata dei bambini, trasferendo al nostro organismo le sostanze di cui è composto (per legge non tutti devono essere elencati nella lista ingredienti): Hardened TEA, Isopropyl Alcohol, Tallow Alcohol, Laureth-20, Butylphenyl Methylpropional, Hexyl Cinnamal, Coumarin, formaldeide, fosfati, pentano, benzil acetato, coloranti artificiali, derivati del petrolio e quasi tutti di origine sintetica che risultano altamente inquinanti per l’ambiente e nocivi per la salute dell’uomo. Potrebbe interessarti anche: Come fare in casa il sapone per il bucato ALTERNATIVE NATURALI ED EFFICACI ALL’AMMORBIDENTE Bicarbonato di Sodio: Prendi mezzo bicchiere di bicarbonato e riempilo d’acqua, mescola e aggiungilo in lavatrice per il lavaggio degli indumenti. Puoi aggiungerci due gocce di olio essenziale di lavanda se vuoi aggiungere una piacevole profumazione. Aceto: Prendi mezzo bicchiere di aceto e aggiungilo nella vaschetta apposita per l’ammorbidente. Oltre a rendere gli indumenti morbidi, ravviva i colori, elimina i pelucchi e rimuove il calcare dai tessuti e dalla lavatrice. Se non c’è la vaschetta apposita nella tua lavatrice puoi inserirlo al momento del risciacquo. Sia il bicarbonato che l’aceto eliminano anche gli odori cattivi come sudore e simili, rafforzando il profumo del detersivo. Non avere paura, i tuoi indumenti non “profumeranno” di aceto, infatti non resterà per nulla dopo l’asciugatura, essendo volatile. Ammorbidente naturale fai da te Per rendere il bucato morbido e profumato l’utilizzo dell’ammorbidente è essenziale, spesso, però, in quelli industriali vengono aggiunte sostanze che possono essere inquinanti o che si fissano sui tessuti con la possibilità di provocare irritazioni della pelle. Oggi vi propongo la ricetta per preparare un’ alternativa agli ammorbidenti in commercio, una soluzione fai da te, semplice e con ingredienti assolutamente naturali…. Dai rimedi della nonna”: Ammorbidente naturale fai da te Utilizzare l’ammorbidente per il lavaggio della biancheria, sia in lavatrice che a mano è ormai una consuetudine di cui non si può più fare a meno, perchè oltre a lasciare i capi morbidissimi, nè facilita la stiratura e li profuma. In commercio si trovano tanti ammorbidenti profumati di marche famose e non, che danno risultati fantastici, ma molti di questi contengono fosfati e altre sostanze chimiche poco biodegradabili, che possono far scaturire fastidiosi pruriti o irritazioni della pelle. L’alternativa ai prodotti chimici, soprattutto se si è impossibilitati ad utilizzarli, è l’ammorbidente fai da te, preparato con prodotti semplici ma soprattutto naturali che non danneggiano l’ambiente, ingredienti, che si trovano già nelle nostre dispense, e che non avremmo mai pensato potessero essere utilizzati per preparare un prodotto naturale, efficace, ecologico e biodegradabile, (senza additivi tossici per l’ambiente), che non solo rende il bucato morbidissimo, aiuta a fissare i colori e profuma, ma è ideale per la lavatrice in quanto aiuta a rimuovere i residui di calcare e sapone. Se desiderate provare questo ammorbidente, facile da preparare in casa, ecco la ricetta: un flacone vuoto ben lavato e senza residui; 500 ml di acqua; 250 ml di aceto bianco; una tazza di bicarbonato; 25-30 gocce di olio essenziale a piacere (gelsomino, lavanda….) In una bacinella versare l’acqua e il bicarbonato e mescolare, aggiungere un po’ alla volta e lentamente l’aceto, per evitare che si formi la schiuma, Il bicarbonato di sodio è effervescente e, aggiungendolo alla miscela di acqua e bicarbonato, formerà della schiuma, quindi, quanto più rapidamente lo si aggiungerà, più schiuma si formerà. Mescolare, affinché tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati, aggiungere qualche goccia di olio essenziale, che renderà profumato ed ancora più morbido il bucato, e l’ammorbidente fatto in casa è pronto. Inserire l’ammorbidente nel flacone vuoto con l’aiuto di un imbuto e utilizzare nello stesso modo di un ammorbidente acquistato al supermercato.

FASE LUNARE

FASE LUNARE (attuale)